13 - 1995 SARDEGNA SUD

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Che giornate!
Piove di brutto.
In bici non si esce, i referendum mi appassionano poco e poi c'è tempo fino a stasera.
Penso: non sarebbe simpatico buttar giù due righe di riflessioni, se possibile simpatiche, sulla settimana ciclistica da poco conclusa?
Ci provo. Mi diverto. Il risultato sono queste righe, che non sono due, ma alcune di più.
Rivivere quei momenti è stato bello, visto che molti episodi li ho fissati bene nella mente. Per altre situazioni, quelle verificatesi ...alcuni minuti prima del mio passaggio, mi sono basato sui "si dice" e su radio corsa.
Spero che il tutto Vi sia gradito.
A proposito, ogni riferimento a persone, fatti o situazioni è tutt'altro che casuale!
Grazie

Vittorio

Sabato 20 maggio

Ore 10.30- ritrovo alla Malpensata. Aria di festa, come sempre quando si parte per una vacanza. Le biciclette sono ben impacchettate nelle loro custodie: peccato, qualcuno se potesse avrebbe già il piede sui look. Arrivano tutti, a piccoli drappelli. Dalla vettura dell'alta valle scendono Nodari, Stabilini e Ferrari. Stabilini sta già parlando: tranne una piccola pausa al largo di Arbatax, sarà così fino alla fine. Contemporaneamente, a una cinquantina di chilometri di distanza, Nando "Cacaito" Zanoni sta masticando: anche per lui, e senza alcuna pausa, sarà così fino alla fine.

Ci son tutti? No, manca il Michel. Finalmente arriva anche lui e riceve in omaggio dalla Clara un chilo e mezzo di asabesi, stringhe, caramelline succhiotto e tutto quel ben di dio di minuterie che adesso si trova anche nei negozi "in" e non solamente all'oratorio.
A Linate ricongiungimento con i "varesotti", baci e abbracci, prime stronzate di Testori e Premoli.

Ore 13.15 -imbarco immediato, tutti pronti. Anzi no: non è stata fatta una carta d'imbarco e una è stata persa, il tutto circoscritto al medesimo nucleo familiare. Ma se pöl?

Viaggio aereo tranquillo. Stabilini chiacchiera, Cacaito mangia, Bianchi un pò canterella e un pò dormicchia e Testori le spara grosse: sarà così fino alla fine. Che giornata!


Domenica 21 maggio

Sveglia, colazione, pastiglie in bocca e Pasta Fissan sul c……

Qualcuno si sbaglia e confonde le pastiglie con la pasta, ma senza conseguenze. Gli organizzatori, tanto per far vedere che ci sono, danno le solite disposizioni, quelle che nessuno rispetta: tutti assieme fino a Villasimius e poi battaglia; il pulmino grande davanti e quello piccolo dietro; Serantoni in coda per verificare che tutto vada bene (mettiamola giù così!). E' tutto chiaro? Siiiiiiiii. Infatti, dopo pochi chilometri, all'unico bivio di tutto il percorso, si perdono i pulmini: li ritroveremo tre ore dopo, al settantesimo chilometro (come si vede, nulla di nuovo sotto il sole, che fra l'altro scotta).

La tappa si conclude senza problemi. L'alloggio è buono (per chi lo trova subito...), il vitto ottimo e abbondante (alcuni fanno tre giri al self-service, mentre Cacaito si ferma lì e mangia direttamente dai piatti di portata. Alla fine gli resta un pò d'appetito, ma qualcuno deve avergli detto che da tavola è meglio alzarsi con ancora un certo languorino!

Pomeriggio in piscina, ma poi, accidenti, piove. Speriamo bene. La sera "cabaret" divertente e poi tutti a nanna: la "fauna" identificata fra il pubblico scoraggia qualsiasi fuori programma Che giornata!

Lunedì 22 maggio

Gli echi della nostra spedizione in Sardegna sono arrivati fin quaggiù e infatti la mattina, a gruppi, arrivano da Arbatax i cicloturisti indigeni.

La famiglia Salis è presente quasi al completo, avendo accolto la richiesta d'aiuto di Premoli, che necessita di qualcuno che gli tagli l'aria, dato che per un lungo tratto di percorso non si prevedono passaggi di auto articolati, furgoncini Ape, caterpillar e camion della nettezza urbana.

Il tempo è tornato splendido e c'è voglia di pedalare. Negrini va in fuga per qualche chilometro e, come viene ripreso, parte in contropiede Serantoni: nella carovana è considerato un "segone" e non vuole apparire tale anche nei confronti dei sardi. Scatta imperioso e fa subito il vuoto.

Cento metri, duecento, cinquecento, cinque minuti all'attacco della salita. Quattro minuti dopo i primi trecento metri di salita, ancora duecento metri e il vantaggio scende a tre minuti: il furgone è lì davanti, porca puttana, e non rallenta. Alla fine conducente e navigatore capiscono che il tapino non sta salutando, ma ha solamente alzato la mano come fanno quelli veri quando simulano un incidente meccanico. Qualche metro attaccato al furgone, giusto per scollinare, e giù di brutto a settanta all'ora. Le donne al seguito sono a metà discesa, con cinepresa e macchine fotografiche. Guardano attente: cazzo, sembra Serantoni. No, non può essere: ritirano le macchine, nessuna foto da portare ai figli. Maledette.

La discesa è di quelle giuste. Venite a prendermi se ci riuscite. Ci riescono. Comunque l'appuntamento è al valico di Genna e' Cresia con le banane e i pomi del pulmino grande. Il pulmino? Dov'è il pulmino? Non c'è (nulla di nuovo sotto il sole, che fra l'altro scotta).

Si riparte. Volatona fino ad Arbatax. Si aggiudica la frazione Previtali con uno scatto a cinquecento metri dall'arrivo: se scatta cento metri prima muore per strada!
Il tempo è splendido, l'albergo una favola. Tutti attendono il pomeriggio per l'attesa visita alle cale. Fervono i preparativi: Stabilini sopra le scarpe ci mette un paio di pinne perché non si sa mai; il Carlino indossa il salvagente e mette in testa il cappello d'alpino: se proprio è destino, alla morte vuole andare incontro da uomo di montagna; Cacaito inganna il tempo divorando un hamburgher: magari al largo ci scappa anche un bel pesciotto, crudo ma meglio che niente; Bonfadini si è vestito alla marinara, binocolo a tracolla e bussola che indica solo Riva del Garda; Meani si gusta l'ennesimo gelato: è un vecchio lupo di mare e l'acqua è il suo elemento, un po' come la salita.
Ore 15.00 - tutti a bordo; ore 15.30 - aiuto aiuto, torniamo indietro, stasera pago io; ore 16.00 - Meani pastura per le spigole; ore 16.30 - terraaaaaaaaaa; ore 20.00 - finalmente a tavola; ore 21.00 - cazzo che magnata; ore 22.00 - ancora a tavola; ore 23.00 - non se ne può più; ore 24.00 - a nanna con Pavarotti. Che giornata!

Martedì 23 maggio

Millecinquecento metri di dislivello, con competizione fino al bosco di Santa Barbara, sopra Villagrande Strisaili.
Le gerarchie sono subito fatte: Meani e Ghezzi davanti a tutti, Bianchi tiene duro appena dietro ma poi la pagherà, Bettoni sale regolare con Nodari. Dietro a loro si conferma Piazzini e poi via via (un via via piuttosto ...lungo, sotto l'occhio impietoso del cameramen) tutti gli altri. Chi ha speso molto all'inizio paga un po' verso la fine; chi è partito piano, invece, ...arriva piano anche su in cima. Qualche sorpresa in positivo e altre in negativo: in positivo Bolognani, notoriamente atleta ancora integro (davanti, perché dietro è tutto un casino...), pimpante e in forma come non mai; in negativo Zanga (che da quando ha la morosa non rende più come prima, almeno in bici) e Testori, anche lui integro nel senso detto sopra, il quale, pur non ricorrendo da tempo alle. ..distrazioni di Zanga, ormai pedala un decimo di quello che parla (e di quello che mangia e beve...).
Il resto della tappa va via liscio. Unica eccezione Bianchi e Bettoni (più il pulmino, ovviamente) che sbagliano al bivio (l'unico della giornata, c'è bisogno di dirlo?) e si infilano nel tunnel del Correboi, famoso per essere l'unico non illuminato di tutta Europa. Escono con le pupille dilatate, ma tutto sommato in buono stato.
Volatona finale con strappo al 78% di pendenza. Chi ha il 53/14 quasi cade in terra e il giorno dopo, a Sa Muvara, sarà ancora peggio.
Il dopo tappa è strepitoso: pane guttiau, ravioli, maccarones de busa, porcetto, sebadas e poi ancora pane frattau, vitella, malloreddus. Il vino va a fiumi: un fiume per Lazzaroni, uno per Testori, l'altro per tutti gli altri. Alla sera festa di compleanno per Marradi, che compie 52 anni. Il festeggiato offre la torta, Stabilini lo spumante, l’Amleto un gioiello di poesia, i fratelli Ladu il Gruppo Folk di Ollolai, lo Stefano una serie di poster eccellenti, tutti gli altri mettono a disposizione la panza. Che giornata!

Mercoledì 24 maggio

L'organizzazione prende atto ufficialmente dell'esistenza del gruppo dei segoni (gruppo che aumenterà di consistenza man mano che si andrà avanti...). Il sopraccitato gruppo si avvia per il tappone "gennargentico (sic)" con una mezz'oretta di anticipo.
Fa freddo per tutti, tranne che per Negrini, il quale fa sfoggio di una maglietta a canottiera che mette in risalto carnagione scura e petto villoso. Quattro ore di bici senza incontrare un'automobile e avendo come rumore di fondo lo stormire delle fronde e il cucù dei cuculi (quelli che vivono nel bosco...). Pedalare in questo modo fa bene anche alla salute mentale, non solo a quella fisica.
Alla salute fisica, e anche a quella mentale, fan bene anche gli straordinari salumi di Su Muvara, l'incredibile riso con funghi e castagne, il maialino, le olive e quant'altro, oltre al torrone di Tonara (per i più fortunati, gustato caldo appena fatto ).
La sera tutti davanti alla tivù Fininvest per la finale di Coppa dei Campioni. Si fronteggiano berlusconiani e antiberlusconiani, pardon Milan e Aiax. Alla fine ride Testori, piange Spezia, se ne fregano gli altri. Poi tutti a nanna. Che giornata!

Giovedì 25 maggio

Partiamo da Aritzo convinti di lasciarci alle spalle la parte più bella della settimana. In effetti ciò che possono dare questi paesini di montagna ( e questa splendida gente barbaricina) non ha eguali. Sembra di fare un tuffo nel passato, con i conforts di oggi. E' tutto bello: le strade, i boschi, l'aria pulita, il sapore dei cibi, la leggerezza dell'acqua, il calore di un ambiente unico. Varrebbe la pena di fermarsi di più, ma è già tanto così.
Ringraziamo la nostra benedetta e maledetta bici che, in cambio di un po' di sudore, ci regala sensazioni bellissime: il nostro pensiero corre ai tanti colleghi, il cui unico sport consiste nel leccare il culo al capo e spingere il carrello della spesa lungo i percorsi della Città Mercato. Preghiamo per loro.
Ancora due gruppi (ma quello, ieri, non era nel secondo?) e nessun ricongiungimento. La tappa, salvo qualche chilometro di salita iniziale, è tutta una schioppettata fino ad Arborea e in discesa e pianura le differenze fra i gruppi si avvertono poco. L'albergo è così e così, ma si sapeva e tutto sommato si mangia e si beve benino anche qui.
Purtroppo il tempo si mette un po’ al brutto e il programmato pomeriggio in spiaggia salta. Giro d'Italia, due passi, cena, tre barzellette.
Si cominciano a tirare alcune somme: Meani è sempre saldamente maglia bianca, ma le grandi salite sono terminate e informatori attenti ci dicono di averlo visto, alle prese con i padelloni, meno brillante del solito. In compenso gli stessi informatori ci segnalano Beppe Lanzini e Michel Gamba particolarmente in palla e un Giovanni “diesel" Sala che sul passo spacca i pedali. Vedremo domani.
Intanto Stabilini spacca i marroni continuando a parlare. Che giornata!

Venerdì 26 maggio

La notte ha piovuto e le previsioni per la giornata non sono buone. Fra l'altro è la tappa più lunga della settimana e l'organizzazione ha stabilito una breve sosta, dalle parti di Iglesias, per il rifornimento.
Quaranta chilometri di noiosi rettilinei e poi un bel tratto selvaggio da Guspini a Iglesias, purtroppo tutto sotto la pioggia. Il paesaggio, uno dei più interessanti dell'isola dal punto di vista geologico e paleontologico, è caratterizzato dalla presenza delle miniere abbandonate di piombo e zinco. Anche i paesi di Arbus e Fluminimaggiore, abitati ormai solamente da ex minatori, danno un'impressione ( e non è solo impressione) di povero e abbandonato.
Pioggia o non pioggia comunque i ciclisti si divertono. La salita è pedalabile, il gruppetto degli ultimi (Serantoni, Sesini, Ferrari, Angelelli e qualche altro a seconda della giornata) ha trovato insperati compagni di viaggio (Rovaro, Previtali e Gamba) e contiene il ritardo entro limiti accettabili, per cui in Iglesias si entra tutti assieme.
In compenso si esce a sessanta all'ora, con un Bettoni stratosferico (quanti porconi dalle retrovie. ..). Da Sant' Antioco a Calasetta, su e giù per le dune, c'è da divertirsi. Le impressioni del giorno prima si sono avverate: Meani è attaccato al gancio, Bettoni mena come un pazzo, "Diesel" Sala da Bologna pigia sui pedali con due gambe che sembrano quelle di Tomba (non di ...Prodi), Stabilini va alla deriva dopo aver tirato molto (e anche... parlato molto, ci dicono) per Nodari, Ciccio Invernizzi salta per aria come una castagna börola, Rovaro e il Michel sono là davanti, forse perché per tutta la salita sono stati invece là di dietro.
Calasetta è splendida, con tutte le casette bianche allineate. L'alberghetto è modesto, ma pulito e dignitoso. La cena, con pasta al pesto doc e ottime seppie alla griglia, è ottima e, per tutti, anche abbondante. Per tutti? No, non per tutti: Cacaito ha ancora una fame della madonna e dopo il gelato si concede anche un pezzo di pizza. Domanda: ma dove cazzo mette tutta quella roba? In compenso fa dieta la moglie e così i conti tornano.
Il tempo è tornato splendido e la serata è dolcissima. Si sta fuori volentieri, mentre i ragazzini del paese giocano a pallone nella piazzetta. Non si sente un auto o un motorino. Che pacchia, che divertimento. Che giornata!

Sabato 27 maggio

Utima tappa, con in mezzo l'ascesa a Teulada. Il sole picchia di brutto quando il primo gruppo ( ormai rappresenta il 70% dei partecipanti) lascia Calasetta. Va in testa Daldossi, che deve aver preso la dose giusta. Gli altri non sono da meno, compresi i "segoni istituzionali", che ci tengono a farsi raggiungere il più tardi possibile dai satanassi del secondo gruppo.
La salita non è dura, ma il sole si fa sentire. Meani e Bettoni sono sui primi in fondo alla discesa, mentre gli altri bisogna aspettarli, altrimenti non rientrano. Dopo la sosta, volatona fino a Cagliari. L'Antonello, dopo sette giorni di battaglia, ne ha le tasche piene e si ferma con il gruppo degli " amatori ".
L'arrivo a Cagliari è festoso, anche se la settimana è finita. Per qualcuno è festa perché, finalmente, può far riposare il sedere.

Sensazione netta di tutti è che si sia trattato di una delle migliori edizioni della settimana: due o tre forature in tutto e nessuna caduta; "kermesse" contenute che non hanno dato adito a situazioni antipatiche come verificatosi in alcune edizioni recenti; organizzazione fluida, con pochissimi inconvenienti di tipo logistico; tempo tutto sommato favorevole.
Si riprende l'aereo, questa volta tutti. Vittorio e Riccardo, avete pensato dove andare l'anno prossimo? No, non ci abbiamo pensato, anzi si, forse. Vedremo.
Intanto godiamoci questa settimana. Al rientro, le ragazze dell'ufficio mi dicono che dimostro dieci anni meno di quando sono partito. L'anno prossimo stiamo via quindici giorni, garantito. Che giornate!

 



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